Non cerco nell’arte fatue provocazioni

Non cerco nell’arte fatue provocazioni, non aspiro a concetti ed insegnamenti, non voglio dall’arte la retorica del significato e delle dottrine: la mia attenzione è sempre stata rivolta all’emozione, esprimere un sentimento che, attraverso l’opera, si espande, diventa complessa, ma anche semplice, completa… L’emozione e la meraviglia che proviamo, il piacere di immaginare qualcosa, di diventare protagonisti di una storia inventata, di essere dentro il nostro desiderio… La parola “emozione” sembra semplice, anche scontata, ma non lo è: perchè dietro al gesto di un’artista, anche quello più elementare quanto disincantato, esiste la consapevolezza di un individuo, che sa di esprimersi e di mettersi “a nudo”, e questo grazie al dialogo costante, continuo con le proprie emozioni. La libertà di essere quello che uno è, di non...

Le mani sono i miei occhi

Le mani sono i miei occhi, osservo guardando dalle mie mani… Con le mani tocco, sento, accarezzo, graffio, è il mio rapporto con le cose del mondo, e con le mani disegno, dipingo, scrivo, elaboro, costruisco, plasmo… ma sono anche le mie stimmate, dalle mani provo il dolore come provo il piacere, la forza più atroce, la più completa vulnerabilità… R.B. 2013

I quadri ci parlano…

I quadri ci parlano… ci dicono delle cose i dipinti sono degli specchi dove l’essere umano vede se stesso e quello che ha dietro di lui, intorno ad esso… non possiamo nasconderci dallo specchio, la nostra immagine viene riflessa diventando stranamente pittura, facendosi soltanto pittura. Anche se io non amo per natura specchiarmi, di fronte ad uno specchio corro, mi agito, mi muovo velocemente, così che la mia immagine diventa sfuocata, indefinita, stilizzata… R.B. 2012

Non so come mai…

Non so come mai, ma negli ultimi tempi sto pensando spesso alla vicenda umana di Vincent Van Gogh (1853/1890), alla sua folle ostinazione verso l’arte, al grande talento incompreso quanto lirico, ad una vita spesa e vissuta sempre sull’orlo del baratro… Van Gogh, forse il primo vero artista “moderno”, nel senso più “modernista” del termine, certamente uno dei padri della grande rivoluzione dell’arte del novecento, che lui per altro non ha toccato, nemmeno sfiorato. Penso a Van Gogh chiedendomi: “qual’è il limite che separa i genio, così riconosciuto e rispettato, celebrato quanto difeso, dalla pazzia, così temuta, scansata!” Van Gogh per me è l’esempio più forte (ed atroce) di una vita spesa per l’arte, e di come l’arte diventa l’ossessiva partecipazione alla propria causa. I suoi dipinti, belli...